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lunedì 21 maggio 2018

Serie A: i top e i flop del campionato appena concluso

La festa scudetto della Juventus © ANSA


Tanta Juve, significativa presenza di Napoli, Roma e Lazio, con corollario di Inter e Atalanta, nella top 11 della stagione appena conclusa, con punte di eccellenza per Alisson, Milinkovic-Savic e Cristante. La  formazione ideale del campionato 2017-2018 è: Alisson, Chiellini, Koulibaly, Skriniar, Kolarov, Cristante, Pjanic, Milinkovic-Savic, Douglas Costa, Immobile, Insigne.
C'è invece molto Milan e un po' di Torino nell'11 nella lista delle principali delusioni stagionali, fra promesse non mantenute e rendimento alterno hanno portato a questa formazione: Sportiello, Masina, Danilo, Musacchio, Rodriguez, Borja Valero, Behrami, Rincon, Berardi, Kalinic, Niang.
Ecco la Top-11 dei migliori:

-ALISSON: stagione boom del brasiliano. Da riserva di Szczesny a miglior portiere della serie A: determinante con Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona e in una ventina di gare in campionato. 'Cicca' solo Liverpool. Sicuro, disinvolto, elegante, incute timore agli attaccanti, e' abile nella costruzione del gioco.
-CHIELLINI: capitan futuro bianconero, senza Bonucci si erge a pilastro difensivo e inanella il settimo scudetto con prestazioni continue, come con Fiorentina, Inter e Sporting. Crolla, insieme agli altri, col Real in casa.
-KOULIBALY: il mastino napoletano condottiero sempre piu' sicuro, potente ed elegante. Il suo gol alla Juve ha illuso i tifosi, superlativo anche con Samp e Cagliari. Male solo con Fiorentina e Roma.
-SKRINIAR: dalla Samp all'Inter senza squilibri, sfodera super prestazioni imponendosi per anticipo, posizione, mezzi fisici e continuita' come con Samp, Napoli e Chievo. Sbaglia con Genoa e Udinese. Ora la vetrina Champions.
-KOLAROV: accolto con scetticismo, disputa una stagione magistrale per classe , continuita', applicazione, padrone della fascia sinistra, creatore di gioco e di assist. Male solo con la Samp, ottimo con Barca, Chelsea, Lazio e Atalanta.
-CRISTANTE: brillante condottiero della super Atalanta, migliorato dalla cura Gasperini, centrocampista offensivo duttile e continuo , con grande senso del gol, pronto per un top club. Ispirato con Dortmund Genoa e Milan, incerto con la Juve. -PJANIC: da solista a regista sobrio, equilibrato e continuo. Il bosniaco prende in mano la Juve con meno preziosismi, ma tanto acume, mestiere e senso tattico con punte con Milan, Sassuolo, Bologna e Roma, anonimo con Samp e Napoli.
-MILINKOVIC-SAVIC: l'anno della consacrazione da centrocampista completo con quantita' e qualita', senso del gol. Sposta gli equilibri e diventa uomo squadra con Juve e Spal, le doppiette con Sassuolo, Chievo e Atalanta, che nel ritorno soffre.
-DOUGLAS COSTA: il folletto decisivo del girone di ritorno bianconero, ha impiegato tempo a capire la serie A, poi dispensa velocita', dribbling, assist e gol del suo migliore repertorio. Si esalta da subentrante. Devastante con tanti assist con Tottenham, Samp, Bologna e nella finale di coppa col Milan.
-IMMOBILE: goleador implacabile dall'inizio alla fine in tutte le competizioni, ai primi posti della Scarpa d'oro, perfetto terminale della macchina da gol di Inzaghi. Dalla doppietta in Supercoppa alla Juve e' una serie di record con 41 gol, una quaterna alla Spal, tripletta al Milan, doppietta vincente in casa Juve. Unico neo, il rosso col Toro per gomitata a Burdisso.
-INSIGNE: e' l'ultimo ad arrendersi alla Juve nel suo anno migliore come creatore di gioco, finalizzatore. Trascinatore con rare battute a vuoto (col Sassuolo, ottimo con Lazio, Roma e Genoa, superlativo con Nizza e Shakhtar.
Tante le segnalazioni possibili: tra i portieri Buffon al passo d'addio e Strakosha, in difesa Barzagli, Benatia e Fazio, nei vari ruoli del centrocampo Torreira, Veretout, Allan, Hamsik, Brozovic, Luis Alberto e Rafinha, in fase offensiva Ilicic, Icardi, Dybala, Higuain e Dzeko, tra i giovani Verdi, Chiesa, Simeone e Cutrone. 
Questa invece è la Top-11 delle delusioni:
 -SPORTIELLO: anno di grande sofferenza per il viola, con qualche picco (Atalanta, Napoli e Roma) e troppi errori. Modesto con Bologna e Juventus, sciagurato con Verona, Cagliari e con la Lazio (si fa espellere per mani fuori area).
-MASINA: stagione in apnea per il bolognese, insufficiente in meta' incontri. Callejon lo beffa nelle duee gare, male anche con Crotone, Fiorentina, Juve e Lazio. E la squadra non lo aiuta.
-DANILO: le buone prove con Lazio e Inter sono sovrastate da quelle negative, con Milan, Torino, Cagliari e Crotone. Il capitano paga l'assetto debole della fase difensiva dell'Udinese.
-MUSACCHIO: chiuso da Bonucci e Romagnoli, l'argentino vivacchia con prestazione quasi sempre insufficienti. Male con Roma, Inter e Napoli, malissimo con Bologna e Atalanta. Un flop da 18 mln.
-RODRIGUEZ: l'esperienza non lo aiuta, gli infortuni fanno il resto. Lo svizzero resta ai margini del Milan: male con Lazio, Cagliari, Spal e Chievo, un disastro con Inter e Benevento.
-BORJA VALERO: Spalletti lo inseguiva da anni ma alla fine lo lascia in panchina. Buon approccio con Udinese, Milan e Juve, ma i suoi ritmi blandi lo penalizzano e paga l'arrivo di Rafinha. Male in tante gare, tra cui Genoa, Bologna e Roma
-BEHRAMI: tornato in Italia, da' all'Udinese un contributo a intermittenza. Bene con Genoa e Samp, anonimo con Milan e Juve, male con Roma, Benevento e Inter.
-RINCON: solo all'inizio con Sassuolo Lazio e Bologna il venezuelano garantisce un buon rendimento che scema gradatamente con Roma, Fiorentina, Atalanta, Napoli e Sampdoria. Peggio ancora va nel derby con la Juve, squadra da cui proviene.
-BERARDI: da una valutazione di 50 mln a un anno in sordina in cui gioca quasi sempre male. Col Benevento sbaglia un rigore, con la Lazio si fa espellere. Blando riscatto nelle ultime giornate.
-KALINIC: grande flop in attacco dove lascia spazio all'emergente Cutrone. Solo 5 gol con spleneidda doppietta all'Udinese, buone prove, con Benevento e Cagliari. Poi entra in crisi, si estrania e offre prove incolori, pessime con Benevento, Juve e Napoli.
-NIANG:occasione fallita quella del talentuoso senegalese, usato poco da Mihajlovic e Mazzarri. Quattro gol, convincente con Bologna, Verona, Napoli e Genoa, ma poi impalpabile con Roma, Milan, Bologna e Fiorentina, imbarazzante con la Juve.
Tante le rese al di sotto delle aspettative. Fra i portieri Mirante, fra i difensori Biraghi, De Majo, Gamberini, Juan Jesus, fra i centrocampisti Valdifiori, Gonalons, Candreva. Fra gli attaccanti Defrel, Cerci, Belotti, Andres Silva e Schick.

martedì 10 aprile 2018

Fifa, offerti 20 mld per mondiale club

 © EPA ROMA, 10 APR - Venticinque miliardi di dollari - ovvero 20,3 miliardi di euro - per acquistare i diritti di tre edizioni ampliate del Mondiale di calcio per club, nonché di un campionato globale allo studio per le nazionali. E' questa, scrive il New York Times, la proposta choc ricevuta il mese scorso dal presidente della Fifa, Gianni Infantino, da parte di un fondo di investitori medio orientali ed asiatici e riportato con un dossier ai membri dell'Esecutivo Fifa a Bogotà, un mese fa. Infantino ha riferito al board senza fornire ulteriori dettagli dell'offerta, motivo per il quale - scrive ancora il Nyt - al momento è stata respinta la sua proposta di portare avanti la trattativa. Un simile accordo non avrebbe precedenti, sottolinea il giornale. La Fifa non ha mai venduto il controllo dei suoi eventi al miglior offerente e mai ad un fondo di investimento. Ma nei mesi scorsi aveva ricevuto offerte per portare in Arabia Saudita e Cina il Mondiale per club.

domenica 18 marzo 2018

Snai: Juve-Atalanta, pronostico chiuso

 © ANSA

 ROMA, 13 MAR

- Il 4 sul Napoli è a un passo, almeno a guardare i precedenti contro l'Atalanta: dal 2010 a oggi, la Juventus ha sempre vinto nelle partite giocate in casa contro i nerazzurri bergamaschi; tendenza che, secondo i quotisti Snai, sarà confermata con tutta probabilità anche nel recupero di Serie A in programma domani. L'1 di Allegri e i suoi si abbassa fino a 1,40, contro l'8,75 degli ospiti (che hanno vinto una sola delle ultime sei partite disputate) e il 4,50 del pareggio. Il recente incrocio in Coppa Italia si è concluso con due 1-0 bianconeri, vale a dire due Under e altrettanti No Goal, esiti stavolta offerti a 1,80 e 1,60. Il terzo 1-0 della Juve è ritenuto probabile e paga 5,75, alla pari con il 2-0. Nelle scommesse sui marcatori, invece, Higuain e Dybala sono entrambi a 1,85, mentre in prima linea per l'Atalanta ci sono Gomez e Ilicic a 4,00.

mercoledì 10 gennaio 2018

Calcio: Foggia-Frosinone,Daspo a 5 ultrà

 © ANSA

 FOGGIA, 10 GEN - Agenti della Questura di Foggia hanno notificato un provvedimento di Daspo (Divieto di assistere a manifestazioni sportive) nei confronti di cinque ultrà del Foggia Calcio, di età compresa tra 22 e 30 anni, resisi protagonisti di violenze prima della gara Foggia-Frosinone del 28 dicembre scorso. Il provvedimento, firmato dal questore di Foggia, Mario Della Cioppa, inibisce per cinque anni ai cinque ultrà l'accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive calcistiche, con contestuale obbligo di firma in Questura a Foggia nelle giornate in cui avranno luogo gli incontri del Foggia Calcio, sia in casa che in trasferta. Due ultrà erano stati già arrestati il 30 dicembre scorso per avere tentato di entrare in contatto con i supporter del Frosinone lanciando pietre contro le forze dell'ordine che stavano tenendo le due tifoserie a distanza. Nella stessa circostanza un funzionario di polizia era rimasto lievemente ustionato ad una gamba per lo scoppio di una bomba carta.

venerdì 6 ottobre 2017

SERIE A L’ERRORE DEL MILAN

L’errore del Milan



Può darsi che il Milan alla ripresa del Campionato, affronti il derby con l’Inter e lo vinca, resuscitando da due sconfitte consecutive e i cattivi pensieri. Può essere che Montella così guadagni tempo prezioso e tranquillità per lavorare con più serenità. Resta il fatto che c’è un errore di fondo e di sostanza nel Milan e nel suo sviluppo iniziale, in una stagione che al momento registra tre sconfitte in sole sette partite in serie A. Questa estate Fassone e Mirabelli hanno dato vita ad una campagna acquisti clamorosa, senza precedenti per investimenti e numero di giocatori acquistati. Sono arrivati complimentoni e osanna ad un Milan stellare, persino da scudetto in prima superficiale analisi. Il grande entusiasmo del pubblico rossonero, la soluzione del problema con Raiola e Donnarumma, l’arrivo sorprendente di Bonucci e le amichevoli in cui il Milan rimediava solo belle figure, fino all’esordio in Europa League, mantenendo le attese. Nel frattempo la dimensione del Milan veniva collocata ad un più accettabile obbiettivo del terzo, quarto posto ma la squadra restava ben oltre la linea di galleggiamento. Il primo schiaffo da parte della Lazio è stato sonoro ma ha portato le conseguenze che si sarebbero dovute prevedere: reazione sorpresa, di calma apparente prima e decisione radicale poi. Il cambio di modulo, la difesa a tre, passando dunque dal 4-3-3 al 3-5-2 per permettere a Bonucci di trovarsi più a suo agio e non avere più un solo attaccante di riferimento. Alla prima partita sbagliata Cutrone ha perso il posto da titolare e si è fatta largo la coppia titolare Kalinic con Andre Silva. Non si tratta tanto di queste decisioni ma di una titubanza che ha dato la sensazione di una crepa più grande di quanto si pensasse, specie per quel nervosismo di Bonucci a fine partita, manifestato contro Immobile. Gli spettri sono però andati via in fretta grazie ad una vittoria roboante in Austria (1-5) e due successi consecutivi in casa con Udinese e Spal. Tutto risolto? Macchè. È arrivato il pomeriggio funesto di Genova dove la Doria ha dominato per 90 minuti contro un Milan del tutto distante dalla partita. Fassone si è presentato davanti ai microfoni con l’aria risentita, del tutto inedita nel registro comunicativo del dirigente e con un’evidente disappunto verso l’operato di Montella. La gara interna col Rijeka vinta per 3-2 invece di fugare dubbi ne ha alimentati altri, nonostante l’esito felice del match, vinto con un colpo di coda confezionato da Borini e Cutrone, dopo la rimonta dei croati. La partita con la Roma ha mostrato il Milan più convincente della stagione, sconfitto in casa nonostante l’ottima priva per 70 minuti. Ora la pausa in cui Montella ritroverà molti giocatori solo mercoledì e giovedì prossimo gli permetterà però di rilanciare due giocatori come Suso e Bonaventura, preziosi la scorsa stagione e sottotraccia in quella attuale. Il derby per molti potrebbe essere un crocevia determinante per Montella ma il punto è proprio questo. Se una società del tutto nuova si insedia e investe, avrebbe avuto senso farlo prendendo meno giocatori e più campioni. Spendere 220 milioni per un gruppo di talenti (perché gli acquisti sono tutti buoni) che devono però ancora sbocciare in un contesto fatto di pressioni per arrivare almeno al quarto posto, senza avere un collettivo già rodato, con il giocatore più rappresentativo già messo in discussione, il dirigente di riferimento (Fassone) che parla di fatturato più alto e dunque di squadra che non può perdere con chi ce l’ha più basso, senza contare che Montella è ora perennemente sotto esame. Tutto questo non è utile perché il Milan sembra essere stato progettato per correre in discesa, amministrare il piano e non accettare le salite. Se il Milan vincerà il derby o lo pareggerà in rimonta come la scorsa stagione, il Milan cadrà nello stesso tranello di questo inizio stagione. Crederà che i problemi siano terminati e qualcuno cederà alle lusinghe. Se dovesse perderà invece è addirittura possibile il cambio di Montella. Una scelta che come accaduto anche all’Inter nel recente passato, porta miglioramenti solo temporanei. La squadra è ottima ma in questo momento non c’è un vero leader per reparto, mancano sicurezze e per creare un progetto, come sempre non basta un anno, nonostante i soldi.

giovedì 31 agosto 2017

MILAN, E' FATTA PER NIANG AL TORINO: tutte le cifre LIVE

MILAN, E' FATTA PER NIANG AL TORINO: tutte le cifre LIVE



15.15 LE CIFRE DI NIANG - Ecco le cifre di Niang al Torino: prestito oneroso a 2 milioni di euro, obbligo a 15 milioni, più 2 milioni di bonus facilmente raggiungibili. Si tratta di quasi tutta plusvalenza.

 14.10 SCAMBIO DI DOCUMENTI - Scambio di documenti in corso tra Milan e Torino per il trasferimento di M'Baye Niang in granata. Il giocatore è già diretto verso la città piemontese. 13.30 NIANG AL TORINO: CI SIAMO - E' fatta per il trasferimento di M'Baye Niang al Torino; la formula è il prestito con obbligo di riscatto. Il presidente dei granata Urbano Cairo è atteso a Milano per ratificare il tutto.


 13.05 MILAN E TORINO SEMPRE PIU' VICINI - Milan e Torino sono sempre più vicini per la cessione di M'Baye Niang dal rossonero al granata: il presidente del Toro Urbano Cairo sta arrivando a Milano per cercare di chiudere definitivamente la trattativa. Ormai ci siamo: manca l'intesa finale sulle cifre, ma la distanza è minima. Manca qualche milione, manca ancora qualche dettaglio, poi Niang potrà ufficialmente lasciare il Milan e riabbracciare Mihajlovic. L'attaccante francese, dopo aver respinto le offerte di Spartak Mosca, Lazio e, nelle ultime ore, anche del Newcastle, ha trovato l'accordo economico con il Torino, (con Raiola che ha dato l'ok ha una proposta di un quadriennale da 1,3-1,4 milioni di euro netti a stagione), manca però ancora quello tra i due club. Negli ultimi due giorni Cairo si è convinto ad alzare l'offerta da 12 a 15 milioni, bonus compresi, uno sforzo che non è ancora sufficiente per chiudere l'affare.

 DISTANZA - Il Milan, infatti, vuole di più. Vuole che il Torino si avvicini ai 23 milioni, bonus compresi, che i russi guidati da Carrera avevano proposto per l'ex attaccante di Caen e Montpellier. Mirabelli e Fassone ne chiedono 20 complessivi, 5 in più di quelli proposti. Si tratta, con Niang che spinge per (e vuole) la soluzione granata.

venerdì 16 giugno 2017

SERIE A INTER, I CANDIDATI PER LA PANCHINA

Inter, i candidati per la panchina
Sembra che il casting fatto dalla dirigenza nerazzurra per cercare il nuovo tecnico , tra ottobre e novembre, non fosse una soluzione casuale ma un vero e proprio metodo di lavoro. L’improvvisa decisione di esonerare De Boer  aveva portato Ausilio a sondare Zola e Casiraghi, Hiddink, Guidolin, Vitor Pereira. Si stava per puntare su Marcelino poi qualcuno fece virare all’improvviso la decisione verso Pioli.
Sette mesi dopo si sta riproponendo la stessa situazione, con la differenza che i nomi per la panchina nerazzurra sono tra i più importanti al mondo. La grandeur cinese non ha mezze misure e vuole il meglio, dopo aver trascorso un anno a sbagliare imparando. Almeno è quello che sperano i tifosi. Una volta ceduto un big (Perisic) a giugno per sistemare definitivamente il fair play, la proprietà sarebbe pronta a sbloccare una cifra superiore ai 200 milioni per il mercato. Se sia fantascienza o realtà lo scopriremo presto.
La lista dei candidati è di lusso e ha un favorito. Andiamo in ordine di probabilità:
Spalletti: è il tecnico più facile da avvicinare ma anche quello che garantisce l’esperienza e il giusto compromesso tra un fuoriclasse della panchina (Conte) e una scommessa (Jardim).
Vantaggi: conosce la serie A, ha esperienza, è abituato a grandi palcoscenici e a lottare per il vertice. Non teme le pressioni e spesso accentra su di se i riflettori.
Svantaggi: ha un carattere difficile, spesso irrequieto e polemico, in particolare con i giornalisti. Non ha vinto abbastanza da essere considerato un allenatore tra i migliori al mondo. La vera colpa di questa stagione è aver fallito in Europa League.
Conte: è il numero 1 per come viene considerato oggi nel mondo. Lo vogliono in tanti e Abramovich sembra disposto ad accontentarlo sulle richieste per la rosa della prossima stagione. Tuttavia è tentato dall’Inter e dalla cifra faraonica a disposizione per lui e la squadra. La data del 27 maggio, fissata per la finale di FA Cup e l’incontro con il suo attuale presidente, è decisivo per sbloccare la vicenda.
Vantaggi: è un tecnico in ascesa, è italiano, è specializzato nel prendere squadre in crisi e ridargli prima dignità e poi ambizioni, portandole alla vittoria, come nel caso di Juventus e Chelsea. Non si può pretendere di meglio.
Svantaggi: non resta a lungo in una squadra, nemmeno nella sua Juve, per divergenze o ambizione personale. È accaduto anche con la Nazionale e dopo solo un anno al Chelsea, nonostante la volontà di restare permane un problema anche con la famiglia che non vorrebbe trasferirsi a Londra.
Simeone: è da quasi due anni che il tecnico argentino si è promesso all’Inter ma il tempo passa ed è in bilico tra la tentazione di restare un altro anno nell’Atletico per la promessa di allenarlo anche nel nuovo bellissimo stadio e la tentazione di tornare all’Inter con libertà di potere e denaro per riportarla ai suoi livelli.
Vantaggi: difficile trovare un motivatore superiore a lui e gli anni a Madrid stanno a testimoniare un lavoro spettacolare, realizzato da un uomo che ha trovato i Colchoneros nel baratro e li ha portati nell’Olimpo, pur perdendo due finali col Real.
Svantaggi: la bontà del suo lavoro l’abbiamo vista solo a Madrid e manca la controprova di un altro club che ne certifichi il valore straordinario.
Sarri: Piace anche a Moratti, che lo prenderebbe subito, e piace anche all’attuale società ma il contratto che lo lega al Napoli si può sciogliere solo in caso di rottura tra le parti.
Vantaggi: tantissima esperienza e capacità di adattamento anche con grandi giocatori come ha dimostrato a Napoli. Il suo gioco è di gran lunga il migliore in serie A.
Svantaggi: il Napoli è un grande club ma non lo ha portato alla vittoria. Manca qualcosa che lo renda in grado di trovare il risultato nei momenti di appannamento durante la stagione.
Gli altri due nomi sono Pochettino, il quale resterà al Tottenham, mentre Jardim sta andando in dissolvenza. La prossima puntata avrà almeno due nomi in meno e avremo più indizi sul vincitore.